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Ucraina, energia e diplomazia

April 15, 2022

Economia, Notizie

– di Paolo Balmas –

Lo scorso sabato l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrel, ha rivelato che l’UE donerà altri 500 milioni di euro all’Ucraina attraverso l’European Peace Facility. Il giorno dopo, il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, Jake Sullivan, ha dichiarato che gli Stati Uniti daranno all’Ucraina le armi di cui hanno bisogno. Inoltre, gli Usa hanno inviato altri 750 milioni di dollari. Il Fondo monetario internzionale ha istituito un conto amministrato per l’Ucraina, sul quale il Canada ha versato un miliardo di dollari canadesi (circa 730 milioni di euro). Da Kiev, invece, giungono notizie sul fatto che molti paesi stanno considerando di fornire carri armati all’Ucraina. Nelle stesse ore, il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha reso pubblico che l’Alleanza vuole installare una presenza permanente sui confini con la Russia al fine di prevenire altre situazioni come quella attuale. Intanto, i ministri degli Esteri di Svezia e Finlandia discutono con i vertici Nato la futura accessione, che porterebbe i paesi Nato a 32. Il lungo confine fra Russia e Finlandia sarebbe così un nuovo punto di contatto fra i due schieramenti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha avvertito che questa mossa non porterà di certo più stabilità e sicurezza in Europa.

Mentre la guerra sembra arrivata a una sorta di stallo, con i cambiamenti sostanziali della dislocazione delle truppe russe su parte del suolo ucraino, i toni non si ammorbidiscono e la guerra viene ancor più utilizzata per promuovere e giustificare politiche e manovre di dubbio risultato per il futuro d’Europa.

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