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Dal divorzio Tesoro-Bankitalia allo spread

October 4, 2018

Economia, Politica

– di Andrew Spannaus –

Da chi critica l’accordo raggiunto all’interno del Governo italiano per mantenere un deficit al 2,4% nei prossimi 3 anni, piuttosto che all’1,6% o anche più basso, si sente spesso parlare della reazione dei mercati finanziari, pronti a penalizzare l’Italia per la mancanza di rigore. Come si è visto in modo anche drammatico qualche anno fa, l’aumento dello spread può rappresentare un forte disincentivo a perseguire una politica non in linea con le regole europee – ormai costituzionalizzate in Italia e altrove – che impongono di andare verso il pareggio di bilancio.

L’aumento degli interessi sul debito rappresenta un peso reale e tangibile, e dunque è facile quantificare “quanto costa” nell’immediato respingere la politica dell’austerità. Ciò che è meno facile capire è perché dovrebbero essere “i mercati” a decidere la sorte del bilancio pubblico, e quindi del futuro di un paese, piuttosto che i politici che sono stati eletti per tale motivo.

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