Infrastructure Bridge Collapse

Le infrastrutture negli Usa

March 16, 2017

Economia, Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Ogni 4 anni la Società Americana di Ingegneri Civili conduce una valutazione di 16 categorie di infrastrutture negli Stati Uniti, emettendo la consueta “Pagella delle infrastrutture” per il 2017. Quest’anno il voto, in linea con quelli delle ultime edizioni, è stato un D+, cioè un 6 e mezzo in termini italiani.

La necessità di investimento nei prossimi otto anni, sempre secondo la Pagella, sarebbe di 4,59 trilioni di dollari, da impegnare in aree come strade, ponti, fiumi, e anche servizi pubblici come scuole e parchi. Per raggiungere questo livello serve aumentare gli investimenti da parte del governo federale e anche dagli enti regionali, dall’attuale 2,5% del Pil al 3,5% entro il 2025. La Società propone misure basilari come la protezione dei fondi fiduciari alimentati dalle tariffe ai consumatori (invece di utilizzare quei fondi per altre emergenze), l’aumento delle accise sui carburanti, e nuovi programmi per prioritizzare le aree più bisognose.

Nel suoi discorsi il Presidente Donald Trump ha promesso di ricostruire le infrastrutture americane. Ha anche criticato spesso le troppe spese nelle avventure militari, che avrebbero potuto essere utilizzate per investimenti interni. Parlando al Congresso il 28 febbraio, Trump ha chiesto addirittura un piano da 1 trilione di dollari per le infrastrutture, quasi 10 volte la cifra approvata sotto Obama nel 2009.

Tuttavia la Casa Bianca non ha ancora fatto proposte precise, e il portavoce Sean Spicer ha messo l’accento sul coinvolgimento di attori non-pubblici, metodo che piace di più al Congresso, privilegiando gli sgravi fiscali per incentivare il settore privato.

Da parte democratica, negli ultimi anni si è parlato spesso di una Banca per le infrastrutture, cioè della creazione di un istituto pubblico che serva da volano per gli investimenti, coinvolgendo anche gli investitori privati. Tuttavia per ora sono rimaste proposte da campagna elettorale, mai attuate nel clima di Washington incentrato sull’austerità per tutte le spese “non-essenziali”.

– Newsletter Transatlantico N. 14-2017

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