Sicherheitskonferenz - Munich Security Conference

Qualcuno ha l’incubo dell’asse sciita

February 5, 2016

Notizie, Strategia

 (free) – di Paolo Balmas –

I rappresentanti dei servizi di intelligence finanziaria di Russia, Iran, Iraq e Siria, si sono incontrati il 4 febbraio 2016 a Mosca al fine di discutere le modalità per aumentare la collaborazione e implementare una strategia per colpire il sistema di finanziamento dello Stato Islamico.

Al di là del nobile intento, l’incontro determina l’esistenza di un piano coordinato da Mosca per mantenere vivo il legame fra i paesi sciiti all’insegna della lotta al terrorismo.

Nelle settimane passate, l’intelligence russa ha potuto tracciare una parte della rete dello Stato Islamico per comprendere quali fossero i flussi economici che garantiscono la sussistenza ai gruppi terroristici. Una particolare attenzione è stata data alle vendite clandestine di petrolio che passano per la Turchia. Il tentativo di monitorare e frenare questo traffico ha portato all’abbattimento del caccia russo Su-24 lungo il confine turco-siriano da parte dell’aviazione di Ankara lo scorso 24 novembre 2015.

Si prospetta sempre di più, ogni giorno che passa, un irrigidimento delle posizioni fra chi combatte contro lo Stato Islamico e chi lo sostiene.

Lo stesso 4 febbraio, l’Alto Comitato per le Negoziazioni appoggiato dall’Arabia Saudita (detto, infatti, il Gruppo di Riyadh), ha lasciato il tavolo delle trattative di Ginevra organizzato per porre fine al conflitto civile siriano.

La motivazione di tale scelta improvvisa, secondo la portavoce del Ministro degli Affari Esteri di Mosca, Maria Zakharova, risiede nel successo militare portato a segno dall’esercito siriano nelle provincie di Aleppo e di Idlib.

I gruppi Jabhat al-Nusra e Ahrar ash-Sham avevano raggiunto un accordo con lo Stato Islamico per lo scambio di approvvigionamenti. Da Aleppo partivano munizioni e benzina verso Iblid, mentre in direzione opposta viaggiavano in cambio prodotti alimentari. L’esercito siriano ha bloccato questa rotta per i rifornimenti infliggendo una grave sconfitta alle tre organizzazioni.

Tuttavia, il Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha accusato il governo siriano e Mosca di aver minato il processo di pace con le operazioni militari. Ma è stato Kerry a far notare che le operazioni dimostrano che la Russia preferisce la soluzione militare a quella diplomatica. Tuttavia, Lavrov e Kerry si incontreranno il prossimo 11 febbraio per ampliare la cooperazione fra i rispettivi paesi.

Intanto, il generale saudita, Ahmed Asseri, ha fatto sapere che Riyadh è pronta a entrare in Siria con le proprie truppe per combattere direttamente sul campo lo Stato Islamico, nel caso la coalizione guidata dagli Stati Uniti decidesse di cambiare strategia.

– Newsletter Transatlantico N. 9-2016

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