fbpx

La Siria, Obama e lo scenario internazionale

September 9, 2013

Strategia

Negli ultimi anni l’Occidente, guidato principalmente da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, ha perseguito una strategia nel Medio Oriente e nel Nord Africa che ha portato prima all’intervento armato in Libia, e ora al sostegno ai ribelli in Siria. Purtroppo i ragionamenti che vengono sostenuti negli USA non sono così lontani da quelli dell’era Bush, nonostante le attese di un cambiamento netto con la nuova Amministrazione. Mentre Bush e Cheney seguivano il piano dei neo-cons per ridisegnare l’intera area nel nome dei valori occidentali – ma ci sarebbe da discutere molto sulla loro concezione di libertà sia a livello politico che economico – nell’Amministrazione Obama ha fatto strada la sorella della dottrina neo-con, quella della R2P – Responsibility to Protect, promossa da personaggi come Susan Rice – ora Consigliere per la Sicurezza Nazionale – e Samantha Power, neo-ambasciatrice all’ONU.

Nonostante l’opposizione tanto dei vertici militari (1 si veda l’articolo del Generale Robert Scales in fondo) che dell’opinione pubblica americana, questa fazione, insieme ai suoi alleati interni e esterni da Netanyahu a Tony Blair, è riuscita a spingere Obama a minacciare il bombardamento della Siria, a dispetto della volontà dichiarata del presidente stesso di evitare coinvolgimenti in altre avventure militari.

Ora, se i rappresentanti della linea interventista siano o meno in buona fede, cioè se credono veramente di diffondere i valori della libertà, è un argomento che non tratteremo qui. Piuttosto ci interessa fare notare che questa dottrina combacia perfettamente con lo scenario strategico di una nuova Guerra Fredda emergente, caratterizzata da conflitti per procura tra le maggiori potenze mondiali – con tutti gli annessi rischi di escalation nel caso di incidenti o calcoli sbagliati. […]

per richiedere l’articolo intero o abbonarsi al servizio Transatlantico scrivere a info@transatlantico.org

No comments yet.

Leave a Reply