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Silicon Valley Bank

Il fallimento di SVB, le attività in Cina e le ripercussioni

March 24, 2023

Economia, Notizie

– di Paolo Balmas –

Silicon Valley Bank (SVB) è una banca di ‘media’ grandezza, eppure è diventata la sedicesima banca più grande degli Usa in termini di credito elargito a imprese. Nel 2021, SVB aveva linee di credito con il 55% delle startup in nuove tecnologie e del settore sanitario. Aveva succursali in giro per il mondo, fra cui a Londra, in Cina e alle Isole Cayman. Negli Usa essere una banca di medio taglio vuol dire che, teoricamente, le operazioni hanno un respiro più regionale che globale. Solitamente, le grandi banche (per esempio JPMorgan, Goldman Sachs, etc.) accettano solo startup con un bilancio maggiore di 50 milioni di dollari a cui vengono chiesti costi di gestione del conto più alti. Le banche medie come SVB, invece, si dedicano ai clienti che non possono accedere ai servizi delle grandi banche, cioè quei clienti con piccoli bilanci che spesso cercano capitali per ampliare i propri affari o lanciare nuovi prodotti sul mercato. SVB era la più attiva di queste banche, con affari in veloce aumento anche nel mondo delle imprese con capitale a rischio (venture capital). Così attiva che il suo bilancio è triplicato fra la metà del 2020 e la fine del 2022 (da circa 60 miliardi di dollari a quasi 180).

Insieme al bilancio, SVB ha aumentato esponenzialmente gli investimenti in prodotti finanziari che garantiscono la liquidità della banca, cioè obbligazioni statali, fino a un’esposizione di circa 120 miliardi di dollari a fine 2022. Questi investimenti sono considerati sicuri e assicurano un guadagno se tenuti fino alla data di scadenza. Tuttavia, perdono valore quando la banca centrale aumenta i tassi di interesse. Con i sette interventi della Federal Reserve negli ultimi mesi, le obbligazioni di SVB avevano perso oltre 15 miliardi in valore. Ma la perdita era solo nominale, poiché non viene registrata a bilancio. La perdita diventa reale se si decide di venderle prima della maturità. SVB ha deciso di vendere una porzione delle sue obbligazioni per un valore di 21 miliardi e ciò ha provocato un buco in bilancio di 1,8 miliardi. Per coprirlo SVB ha tentato di aumentare le proprie azioni di 2,25 miliardi di dollari. È a questo punto che i clienti di SVB hanno compreso che erano in atto delle manovre per coprire buchi di bilancio e si sono affrettati a ritirare i propri depositi. Alcuni osservatori hanno notato che la velocità con cui ciò è accaduto ha causato panico e incomprensione. Senza il ritiro dei capitali da parte dei clienti SVB non sarebbe fallita. Alcuni economisti cinesi hanno dichiarato che il fallimento di SVB è dovuto a una malagestione del rischio (gli investimenti in obbligazioni non erano assicurati) e alla debole psicologia dei suoi clienti, inclusi quelli cinesi.

Gli interessi cinesi in SVB risalgono al fatto che la banca era attiva nel finanziamento di startup non necessariamente cinesi ma con base in Cina. La vicenda ha portato sui media cinesi la delicata questione dei meccanismi e dell’organizzazione territoriale di tali attività bancarie.

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