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Il ritiro dall’Afghanistan

April 21, 2021

Notizie, Politica, Strategia

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Il presidente americano Joe Biden ha annunciato la sua decisione di ritirare tutte le truppe americane dall’Afghanistan entro il prossimo 11 settembre, confermando la promessa fatta durante la campagna elettorale di porre fine ad una “forever war” in cui gli Stati Uniti sono coinvolti da 20 anni. Molti elementi dell’establishment della difesa e della politica estera a Washington sono contrari a questa decisione, in quanto credono sia necessario mantenere una presenza militare in una zona con un’importante valenza strategica, e anche che il ritiro aprirà la porta al crollo del governo afgano sotto le pressioni dei Talebani.

Non è difficile ipotizzare un deterioramento significativo della situazione nel paese, ma la risposta di Biden è che gli obiettivi fissati nel decidere l’invasione dell’Afghanistan nel 2001 sono stati raggiunti da tempo: prendere Bin Laden e evitare che il paese funga da rifugio sicuro per il terrorismo internazionale. Il presidente promette anche di mantenere il sostegno alle istituzioni del paese, a livello politico ma anche con operazioni militari da remoto, fatte di sorveglianza e interventi con i droni.

Tra le reazioni degne di nota registriamo quella del New York Times, che parla di una “similitudine sorprendente tra l’ex presidente Donald Trump e Mr. Biden”, consistente nell’impegno di ritirare le truppe americane più velocemente possibile, seppur espresso in modi molto diversi. Con questa mossa Biden ha sorpreso anche la sinistra del partito democratico, che si aspettava una posizione più equivoca del presidente, sotto pressioni del Pentagono.

Il ritiro dall’Afghanistan è comunque in linea con l’orientamento di Biden espresso già durante gli anni della vicepresidenza con Barack Obama, quando fu l’unico tra i principali consiglieri ad opporsi all’aumento delle truppe nel 2009, e rientra nello schema generale della politica strategica Usa per i prossimi anni: concentrarsi su quello che ora viene definito il teatro “Indo-pacifico”, riducendo gli impegni diretti nel Medio Oriente allargato; in questo contesto si potranno prevedere richieste agli alleati di occuparsi più direttamente di quelle aree dove viene percepito un bisogno di intervento per la sicurezza.

– Newsletter Transatlantico N. 14-2021

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