Modi

Nuova Delhi innervosisce Washington

March 16, 2019

Notizie, Politica, Strategia

(free) – di Paolo Balmas –

Attraverso il Countering America’s Adversaries through Sanctions Act (CAATSA), il governo degli Stati Uniti può imporre sanzioni a qualsiasi paese che concluda affari (“significant transactions”) con Iran, Corea del Nord e Russia. L’India rientra ampiamente in questa categoria. Infatti, malgrado le sanzioni in vigore contro la Russia, Nuova Delhi continua ad acquistare armamenti da Mosca. L’ultimo è stato un sottomarino militare a reazione nucleare, da consegnare entro il 2025, al costo di 3 miliardi di dollari. Ma le relazioni militari fra India e Russia vanno molto oltre. Negli ultimi anni sono stati siglati accordi che prevedono il trasferimento di tecnologia e conoscenza in India da parte della Russia, sotto il progetto lanciato da Narendra Modi per importare le produzioni, cioè tecnologia e conoscenza, nel subcontinente indiano. Fra i contratti più importanti ve ne sono due, per la produzione di fregate e di elicotteri. L’India ha acquistato quattro fregate, due saranno costruite in Russia e due in India, al costo di 950 milioni di dollari. Mentre la Hindustan Aeronautics produrrà in casa 140 elicotteri militari dei duecento commissionati alla Russia (un affare da oltre un miliardo di dollari per Mosca). Inoltre, Nuova Delhi si è dotata del sofisticato sistema antimissilistico russo di ultima generazione S400 Triumf, capace di colpire aerei, missili e droni che minacciano i cieli indiani, fino a 400 km di distanza. Il costo è di 5,43 miliardi di dollari.

Non finisce qui. L’India è anche la finanziatrice del progetto di sviluppo del porto iraniano di Chabahar, ricordato come atto di unione dei due paesi dal presidente Rouhani, durante il recente insediamento del nuovo ambasciatore indiano a Teheran. Anche con l’Iran, i rapporti vanno oltre i semplici investimenti nelle infrastrutture. Il progetto di Chabahar è una risposta ai progetti sino-pakistani per la Cintura economica e parte di un’espansione geopolitica verso nord, attraverso le repubbliche centroasiatiche, fino alla Russia per la realizzazione del corridoio che unirà Mosca a Mumbai. Ma le attenzioni di Nuova Delhi non sono rivolte solo all’esterno, scosse fra l’altro dalle tensioni sui confini. Il governo Modi ha approvato gli investimenti per la realizzazione di quattro centrali elettriche, per un costo totale di 4,5 miliardi di dollari, oltre allo sviluppo di una miniera di carbone nel Madhya Pradesh. Le centrali, che dovranno essere operative fra il 2023 e il 2024, sono state accolte dalle proteste dell’opposizione indiana poiché giudicate solo come un espediente da campagna elettorale del partito di Modi. Circa 900 milioni di indiani sono chiamati alle urne fra l’11 aprile e il 19 maggio, in sette riprese, per le elezioni politiche. I progetti finanziati sono proprio nelle regioni in cui, secondo i sondaggi, Modi sta perdendo più consensi.

In questo momento delicato per la politica e la sicurezza indiana, arriva l’avvertimento di Washington innervosita per i rapporti economici che Nuova Delhi continua a mantenere con il Venezuela. Elliott Abrams, rappresentante speciale della Casa Bianca per il Venezuela, ha dichiarato durante un’intervista a Reuters che l’India dovrebbe stare dalla parte del popolo e non del governo venezuelano. In altre parole, secondo il Rappresentante, l’India deve smettere di acquistare il petrolio dal paese latino americano per finanziare il governo del presidente Maduro. Mentre la stretta finanziaria di Washington si stringe intorno a Caracas, gli Stati Uniti sono chiaramente pronti a sostituire la fornitura venezuelana all’India con il proprio greggio, vista la produzione che continua ad aumentare e la conquista dei mercati a pieno regime.

Con ogni probabilità, Washington sarà pronta a chiudere un occhio sugli altri fronti se Nuova Delhi riuscirà a soddisfare i bisogni delle industrie statunitensi. Sul fronte degli armamenti già ci riesce. Negli ultimi anni, Washington ha già incassato più di 18 miliardi in India, con la vendita di elicotteri da combattimento, aerei militari da trasporto (C17 e C130) e artiglieria da campo. Ora aumentano le opportunità per il settore petrolifero.

– Newsletter Transatlantico N. 10-2019

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