President George W Bush visits CIA Headquarters, March 20, 2001.

Impeachment e Intelligence

October 6, 2019

Politica

– di Andrew Spannaus –

A prima vista la denuncia del whistleblower in merito alla telefonata tra Donald Trump e il Presidente ucraino Volodomyr Zelensky sembra presentare un quadro molto chiaro: la commistione tra gli interessi pubblici degli Stati Uniti e gli interessi politici privati del presidente americano. Per questo motivo la presidente della Camera Nancy Pelosi si è mossa rapidamente per annunciare l’avvio di un’indagine ai fini dell’impeachment, dopo aver frenato per anni in merito allo “scandalo” principale della presidenza Trump, il Russiagate. Finora Pelosi era stata trattenuta dalla debolezza delle prove in merito alla presunta collusione con la Russia, e dal fatto che gli scandali erano stati fortemente politicizzati, rendendo improbabile la possibilità del sostegno bipartisan.

La denuncia in merito all’Ucraina è riuscita a sbloccare la situazione, e a ben leggere il documento, si capisce che era proprio questa l’intenzione. Il modo in cui è scritta la denuncia – con linguaggio legale, riferimenti normativi, e l’accusa precisa al presidente di “sollecitare l’interferenza di un paese straniero nelle elezioni Usa del 2020” – indica un’operazione ben studiata per colpire Trump. Infatti l’autore della denuncia non era nemmeno presente durante la telefonata, e quindi è chiaramente stato assistito da più persone nel confezionare l’accusa, pronta per il consumo del pubblico e del Congresso.

A questo punto la domanda sorge spontanea: si tratta di una preoccupazione vera in merito alle azioni di Trump in questo caso specifico, oppure di un nuovo, pesante colpo nella guerra tra l’intelligence e il presidente iniziata ancora prima del suo insediamento alla Casa Bianca? La risposta – secondo fonti ben informate – è più vicina alla seconda versione degli eventi: il caso Ucraina è importante, ma nel quadro generale in cui secondo le istituzioni permanenti, Trump sia ormai andato troppo in là nel mettere se stesso sopra la politica del Paese. L’obiettivo di chi ha innescato l’operazione – che si chiami deep state o funzionari patriottici in base al proprio punto di vista – non è necessariamente di estromettere Trump dalla carica, esito non facile da raggiungere vista la composizione del Senato e la presa che il presidente ha sulla base del partito repubblicano, ma di costringerlo a cambiare il suo comportamento e a rispettare di più la Costituzione.

La prima questione da affrontare riguarda le ripercussioni politiche dell’indagine in merito all’impeachment: quali effetti avrà questa indagine sulla posizione del presidente, nei prossimi mesi e soprattutto con l’avvicinarsi della campagna elettorale del 2020?

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