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Trump in Medio Oriente: tra le parole e i fatti

June 2, 2017

Politica, Strategia

– di Andrew Spannaus –

Uno degli obiettivi importanti del viaggio del presidente Donald Trump in Medio Oriente la scorsa settimana – prima della visita in Vaticano e poi a Bruxelles e al G7 – è stato di dimostrare alle istituzioni americane la propria affidabilità. L’impressione generalizzata è stata di un Trump che vuole ritornare ad avere rapporti stretti con due paesi declassati da parte dell’Amministrazione Obama: l’Arabia Saudita e Israele.

Nel primo, il presidente americano è stato ricevuto con tutti gli onori, e le sue parole sull’Iran come il principale promotore del terrorismo in Medio Oriente erano musica per le orecchie dei monarchi sunniti. Allo stesso tempo si è confermato un aspetto cruciale del rapporto Usa-saudita: la vendita di armi. L’accordo per la vendita di 110 miliardi di dollari di armi al Regno garantisce parecchio lavoro per l’industria americana; un “ramo d’ulivo” di Trump al complesso militare-industriale – ma in appoggio alle guerre dei sauditi.

In merito alla tappa saudita ci sono alcune contraddizioni da prendere in considerazione.

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