Breedlove

Il generale Breedlove e l’Ucraina

July 3, 2016

Notizie, Strategia

(free) – di Andrew Spannaus –

La rivelazione dei contenuti di una serie di messaggi e-mail dell’ex comandante supremo delle forze Nato in Europa, Philip Breedlove, indica la profondità della spaccatura tra alcuni generali e il Presidente Obama in merito all’atteggiamento da tenere verso la Russia.

Nel 2014 molti nelle istituzioni militari e anche nel Congresso Usa volevano fornire subito “assistenza letale” al governo ucraino per sostenere una guerra contro la Russia; Obama ha resistito a queste pressioni, temendo che una strategia di questo tipo avrebbe portato ad una escalation del conflitto, dando a Vladimir Putin un pretesto per un intervento militare più ampio.

I messaggi di Breedlove, postati su un nuovo sito intitolato DC Leaks e pubblicizzati dal sito The Intercept, mostrano come il generale si è mosso per cercare di influenzare la Casa Bianca a prendere una posizione più aggressiva verso la Russia.

In un messaggio del 30 settembre 2014 Breedlove cerca consiglio dall’ex Segretario di Stato Colin Powell, parlando di come “presentare questa opportunità in un momento in cui tutti gli occhi sono sempre sull’ISIS… e come gestire questa cosa direttamente con POTUS” (ndr: l’acronimo per il presidente degli Stati Uniti).

In un altro messaggio lo stesso giorno, ad un contatto che avrebbe dovuto facilitare i contatti con Powell, scrive che apparentemente l’atteggiamento di Obama è: “non trascinarmi in una guerra”.

Nella sua risposta qualche tempo dopo l’interlocutore scrisse “Date le istruzioni che Obama le ha fornito di non iniziare una guerra, potrebbe essere difficile far accettare questa proposta”.

Quando era alla Nato Breedlove ha comunque continuato a lavorare per intensificare il conflitto. Vede la Russia come “una minaccia esistenziale a lungo termine agli Stati Uniti e ai nostri alleati”. E per affrontare questa minaccia è stato disposto anche ad esagerare la situazione sul terreno in Ucraina.

Nel 2015 per esempio ha parlato di “oltre 1000 veicoli da combattimento, sistemi di difesa aerea tra i più sofisticati, e battaglioni di artiglieria” mandati al Donbass. I numeri forniti erano decisamente più alti di quelli comunicati dalle agenzie di intelligence della Nato, facendo insospettire la Germania in modo particolare, che secondo The Intercept ha visto l’annuncio come “una provocazione concepita per bloccare i tentativi di mediazione guidati dalla Cancelliera Merkel”.

Le rivelazioni dimostrano che questo tentativo non veniva dalla Casa Bianca, ma piuttosto da alcuni ambienti specifici nel mondo militare, che facevano di tutto per ottenere un escalation del conflitto.

– Newsletter Transatlantico N. 47-2016

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