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Il Tpp tra economia e geopolitica

November 2, 2016

Economia, Politica

– analisi di Andrew Spannaus –

I grandi trattati commerciali proposti tra gli Stati Uniti, i paesi del Pacifico e l’Unione europea sono sotto attacco. Il Trans-Pacific Partnership (Tpp) è già stato firmato dai rispettivi governi (Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Peru, Singapore, Usa, Vietnam) ma aspetta la ratifica dei parlamenti. Il Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) è di fatto congelato, dopo i decisi interventi contrari della Germania e della Francia lo scorso agosto.

L’opposizione ai grandi trattati di ‘libero scambio’ è cresciuta molto negli Usa durante la campagna elettorale. I principali candidati outsider – Bernie Sanders e Donald Trump – hanno fatto del Tpp il bersaglio principale in tema di politica economica, accomunandolo al vecchio Nafta, l’accordo con il Messico e il Canada del 1994 che ha contribuito alla delocalizzazione di molte industrie americane.

Hillary Clinton, pur avendo lavorato alacremente per negoziare il Tpp durante il suo mandato da Segretario di Stato, è stata costretta a fare marcia indietro e ora dichiara di non appoggiare l’accordo “nella sua forma attuale”. Tuttavia pochi credono che non sarebbe disposta a riprendere il percorso sia del Tpp che del Ttip se vincesse le elezioni.

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