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La Russia mira a diversificare le esportazioni del gas

April 9, 2014

Economia, Notizie

Di fronte alle tensioni con l’Europa la Russia comincia a cercare nuovi sbocchi per le proprie esportazioni di gas. A fine marzo il presidente del CdA della Gazprom ha incontrato l’ambasciatore nella Federazione Russa del Kuwait, Abdulaziz al-Adwani, e anche se non ci sono stati annunci ufficiali, l’incontro è stato percepito come l’inizio di una nuova strategia russa per aumentare le esportazioni verso il Medio Oriente e il Nord Africa, a seguito delle dichiarazioni europee sulla necessità di ridurre la propria dipendenza dal gas russo.
Come notato da Tatiana Mitrova dell’Accademia delle scienze russa in un articolo scritto per Al-Monitor, un aumento delle esportazioni verso il Kuwait e altri paesi della regione ha senso dal punto di vista economico, considerando l’aumento della domanda in corso e anche la stagionalità dei bisogni della regione: nel Medio Oriente il picco dei consumi è nell’estate, proprio mentre la domanda si abbassa in Europa.
Tuttavia è difficile non vedere questa iniziativa anche in un’ottica politica: la Russia intende diversificare i mercati per le esportazioni delle sue società in molti settori, in risposta alle sanzioni occidentali legate agli eventi in Ucraina. Il capo della società petrolifera russa Rosneft, Igor Sechin, ha affermato che “Le società russe hanno altri posti per trasferire le loro attività“.
Secondo Mitrova si tratta di un messaggio franco indirizzato ai partner europei; Gazprom intende far vedere che ci sono altri compratori per il suo gas, oltre all’Europa.
Intanto i rapporti commerciali legati alla costruzione del gasdotto South Stream vanno avanti, nonostante le preoccupazioni espresse all’inizio della crisi ucraina. Il 4 aprile la Siemens AG ha stipulato un accordo per la fornitura di sistemi elettrici e di controllo per la parte sottomarina del gasdotto proposto dai russi che passerebbe dal Mar Nero per approdare in Bulgaria (da notare che non passerà per l’Ucraina). E’ prevista una linea di oltre 930 chilometri con una capacità fino a 40 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno, da completare nel 2018. I soci della Stream Transport B.V., società che gestisce la costruzione del progetto, sono la Gazprom al 50 per cento e l’ENI al 20 percento, con il restante 30 per cento diviso tra la Wintershall tedesca e l’EDF francese. La Saipem si è recentemente aggiudicata la costruzione della prima linea del gasdotto, per un valore di 2 miliardi di euro, ma l’Ad di ENI Paolo Scaroni ha espresso dubbi sul futuro del progetto, se non si riuscirà a trovare un compromesso sull’Ucraina.

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