Gli strani calcoli della Commissione europea

April 11, 2014

Economia

L’Italia ha un disavanzo di bilancio a causa del proprio debito pubblico, si sa, e l’Italia deve rispettare i vincoli europei, riducendo il deficit attraverso tagli alla spesa pubblica. Però in realtà il tanto decantato obiettivo del 3% nel rapporto deficit/Pil è già superato, in quanto gli accordi europei prevedono invece il pareggio di bilancio, formalizzato anche nella Costituzione. Si tratta di “obiettivi di medio termine” stabiliti in base al Fiscal Compact, lo stesso trattato che impone all’Italia una riduzione del debito pubblico nei prossimi 20 anni tale da obbligare il paese ad approvare tagli di spesa dell’ordine di 45-50 miliardi all’anno nel prossimo futuro.
Nelle istituzioni politiche si preferisce parlare poco di questo impegno per ridurre il debito, con l’idea di prendere tempo e rimandare ulteriori tagli dolorosi, ma la questione del deficit è più immediata. Quando il governo presenta i conti li manda a Bruxelles per ottenere il timbro  di approvazione, come nel caso del Documento di Economia e Finanza (Def) pubblicato in questi giorni.

Nelle ultime settimane i rappresentanti delle istituzioni europee non hanno perso occasione di richiamare l’Italia al rispetto degli impegni di bilancio, ma come fa notare il Centro Europa Ricerche (CER) di Roma, i calcoli utilizzati dalla Commissione europea per definire quanto l’Italia dovrà tagliare nei prossimi anni, sono piuttosto particolari. Una nota del CER del 25 marzo comincia così: “L’Europa ci richiama al rispetto degli obiettivi di indebitamento strutturale. E se questi obiettivi l’Italia li avesse già raggiunti e fossero solo le ipotesi di calcolo troppo restrittive adottate della Commissione europea a impedire di prenderne atto?”

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