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Il dilemma Biden

September 14, 2023

Politica

Con il passare dei mesi estivi, le preoccupazioni riguardo alle prospettive elettorali di Joe Biden per il 2024 aumentano: nonostante gli evidenti problemi di Donald Trump, che rischia una condanna penale nel bel mezzo delle primarie della prossima primavera, il presidente in carica rimane un candidato debole e poco popolare presso gli elettori. Non è difficile identificare alcuni degli aspetti che frenano la sua corsa verso la riconferma: in primo luogo l’età, poiché spesso sembra fragile e poco presente, insieme agli effetti dell’inflazione, che, seppur in rapida diminuzione, rappresenta un fattore facile da sfruttare per i suoi avversari.

Di recente, la Casa Bianca ha deciso di abbracciare completamente il termine “Bidenomics”, ossia la serie di misure interventiste in economia che questa amministrazione ha messo in atto dall’inizio del suo mandato. L’idea è quella di contrastare la narrazione negativa dei repubblicani sulla spesa pubblica e l’ascesa dei prezzi, spiegando i molti miglioramenti che i cittadini americani possono attendersi.

Questa strategia, però, sconta un evidente svantaggio: l’aumento del costo degli alimenti e della benzina è qualcosa di immediato e visibile, mentre i programmi promossi da Biden richiedono tempo per dispiegare i propri effetti, dagli incentivi per i nuovi impianti manifatturieri, ancora in costruzione, alla riduzione dei prezzi dei farmaci che entrerà in vigore solo nel 2026. Perfino il fatto che i salari reali (aumento nominale – inflazione) abbiano tenuto il passo dell’inflazione in questi anni non sembra attenuare lo shock dell’inflazione: per gli elettori, rimanere a galla non basta per convincerli che si è cambiata direzione, data la profondità dei problemi socioeconomici dovuti a decenni di politiche sbagliate.

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