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Segni positivi nell’economia industriale italiana

October 13, 2017

Economia, Notizie

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Sono cresciuti in modo significativo gli ordini di macchine utensili nel terzo trimestre 2017, segnando un incremento del 14,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa dell’UCIMU mostrano in particolare l’ottimo andamento degli ordinativi sul mercato interno, + 68.2% rispetto al periodo luglio-settembre 2016. Anche gli ordini esteri sono cresciuti, ma di appena l’1%.

Secondo il presidente UCIMU Massimo Carboniero, i risultati positivi dimostrano l’effetto positivo degli incentivi Piano Nazionale Industria 4.0, “che rispondono perfettamente all’esigenza delle imprese di svecchiamento degli impianti e di introduzione dei principi di digitalizzazione e interconnessione, indispensabili per il mantenimento della competitività del manifatturiero italiano”.

Carbonieri ha anche parlato del “riequilibrio tra mercato domestico e mercato estero”, dopo un periodo in cui tutti gli occhi sono puntati sul secondo.

Il successo degli incentivi pubblici dimostra ancora una volta la necessità di misure mirate per facilitare le attività produttive. Negli ultimi anni la Legge Sabatini prima, e ora il Super e Iperammortamento hanno fornito un aiuto importante a certi settori del manifatturiero italiano, che avevano subito pesantemente il calo del mercato – soprattutto interno – durante gli anni di crisi. La notizia non sarà gradita agli economisti illuminati che hanno sempre promosso le cosiddette riforme strutturali e l’austerità “espansiva”, ma diventa evidente la necessità di continuare, e anche espandere, gli incentivi fiscali e gli investimenti pubblici per l’economia reale.

Sul fronte del credito invece, Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria – Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata – ha commentato negativamente l’ultima stretta data al credito con le nuove regole della BCE sui crediti inesigibili (NPL – non-performing loans).

“Con questa ennesima stretta data al credito, calata dall’Europa, siamo al capolinea: così finisce l’accesso al credito per le nostre imprese”, ha dichiarato Agnelli.

Dichiarandosi d’accordo con le preoccupazioni espresse dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, Agnelli ha aggiunto “Colpendo ancora una volta i requisiti patrimoniali delle banche alle quali si richiedono nuovi accantonamenti si mettono in ginocchio le PMI perché saranno come sempre le prime vittime di questo Paese, in cui 4.350.000 imprese dipendono dalle banche e non dal mercato”.

– Newsletter Transatlantico N. 43-2017

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