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Arctic route

La Via della Seta passerà per l’Artico

February 6, 2018

Economia, Notizie

(free) – di Paolo Balmas –

Il progetto della cintura economica promosso dalla Cina, che avvolge il continente eurasiatico per mare e per terra, trova un possibile sviluppo nell’Artico, lungo le vie navigabili all’interno del Circolo Polare. Recentemente, le autorità canadesi hanno dichiarato di sostenere l’aumento della presenza e dell’impegno cinesi nello sviluppo del commercio artico, visto che le acque canadesi sono aperte alle navi di tutti i paesi, ovviamente nel rispetto delle normative internazionali e dell’ambiente.

Già da anni sta aumentando lo sfruttamento di quei mari, in particolare della rotta di Nord-Est che passa interamente in acque territoriali russe, dallo Stretto di Bering alle terre settentrionali della Norvegia. Risale al 2012 il primo cargo di gas naturale liquido che il Giappone aveva acquistato in Norvegia e consegnato dopo aver attraversato il Mare artico. La navigazione è limitata a un ristretto periodo dell’anno e i rompighiacci russi prestano un servizio per assicurare il passaggio. Il costo è ancora elevato, ma si tratta di un’alternativa rivoluzionaria che permette di risparmiare la metà del tempo per raggiungere via mare i porti dell’Europa del Nord da quelli dell’Estremo Oriente. Oppure fino ai porti della East Coast del Nord America, se si passa per le acque canadesi.

Le analisi geostrategiche indicano lo sviluppo delle vie artiche come un fenomeno capace di innescare un cambiamento talmente profondo del sistema commerciale mondiale da provocare la caduta di Stati come Singapore, le cui fortune si fondano sul ruolo che svolgono nell’attuale equilibrio economico. Tuttavia, per ragioni climatiche e ambientali, non si può nemmeno immaginare lo spostamento del traffico marittimo dalle vie asiatiche meridionali a quelle nordorientali. Ciò non toglie che queste ultime saranno sfruttate sempre di più negli anni a venire e che avranno la forza di assorbire una percentuale del traffico commerciale che conosciamo oggi. Seppur piccola, tale percentuale deve essere calcolata come un’ulteriore porzione di attività di scambio che, insieme a quelle crescenti della Via della Seta, si sottrae all’ordine attuale.

– Newsletter Transatlantico N. 4-2018

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