President George W Bush visits CIA Headquarters, March 20, 2001.

Gli hacker e la Casa Bianca

December 17, 2016

Politica

– di Andrew Spannaus –

Negli ultimi giorni è esploso di nuovo il caso delle presunte interferenze russe nelle elezioni americane attraverso una serie di azioni di pirateria informatica. E’ stato il principale giornale dell’establishment politico, il Washington Post, a svelare che la Cia è ormai convinta che la Russia sia intervenuta con lo scopo di aiutare un candidato – Donald Trump – a prevalere sul suo avversario Hillary Clinton.

Alcuni funzionari della Cia hanno dato un briefing ad un gruppo di Senatori ai primi di dicembre per presentare le loro conclusioni, che non rappresentano però una valutazione formale di tutte le agenzie della comunità d’intelligence. Ci sono ancora delle differenze all’interno delle istituzioni, nonostante la conclusione a maggioranza che la Russia abbia voluto favorire l’elezione di Donald Trump.

Nel corso della sfida elettorale tra Trump e Clinton il tema della Russia è stato quello più spinoso, su cui la differenza sostanziale tra i due candidati è stata più evidente. Se in materia economica Hillary Clinton ha spesso evitato di ingaggiare una battaglia diretta con Trump, tentando più che altro di intaccare la sua credibilità, sulla politica da tenere verso la Russia Clinton non ha avuto dubbi: Donald Trump è nella tasca di Putin, pronto a prostrarsi di fronte al più grande competitor geopolitico degli Stati Uniti.

Tra il mondo politico e quello dei media era estremamente difficile trovare chi mettesse in dubbio il teorema del “cattivissimo Putin”, tant’è che l’establishment stentava a credere che Trump potesse continuare a difendere la sua posizione di apertura verso la Russia. Eppure lo ha fatto in modo netto e deciso, con l’evidente convinzione non solo della necessità di una svolta a livello diplomatico, ma anche che la popolazione non cerchi un nuovo scontro in stile Guerra Fredda.

Anzi, alla fine Trump ha ridicolizzato le accuse contro Putin, dicendo che la situazione era diventata comica: “Tutte le volte che faccio qualcosa loro dicono ‘c’è di mezzo la Russia…’”.

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