Nel primo dibattito Trump manca l’obiettivo

September 27, 2016

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Il primo confronto televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump ha visto il candidato repubblicano più sobrio e più concentrato rispetto al solito, nel tentativo di apparire presidenziale. Hillary aveva il compito di fare innervosire “Donald” – come lo ha chiamato tutta la serata – sperando di fargli perdere la calma e fare qualche gaffe in diretta che avrebbe potuto praticamente chiudere la partita tra i due con più di un mese di anticipo.

Tutto sommato Trump ha mantenuto la calma, pur dimostrandosi quello che tutti sanno: un outsider irruente che ha difficoltà a condurre un dibattito sui temi di sostanza politica con un personaggio che vanta l’esperienza della candidata democratica. Hillary non è riuscita a piazzare il colpo decisivo, ma si è aiutata con varie linee di attacco che potrebbero ricondurre il confronto tra i due su binari più agevoli per i democratici.

Ha utilizzato per esempio le proposte economiche di Trump di tagliare fortemente le tasse per dipingerlo come il solito repubblicano che vuole aiutare i ricchi mentre lui stesso trova il modo di non pagare le tasse sul suo cospicuo reddito. In questo modo lo ha accomunato ai suoi predecessori Mitt Romney e George W. Bush, che hanno già perso il confronto su questo tema agli occhi dell’elettorato americano.

Trump è stato efficace invece quando si è concentrato sui difetti degli accordi commerciali e sulla necessità di ricostruire le infrastrutture e l’economia reale negli Stati Uniti. Sul tema del modello speculativo di Wall Street però, ha perso una grande occasione. Pur affermando che l’economia si trova in una bolla finanziaria sostenuta dai tassi d’interessi vicini allo zero, che potrà crollare facilmente una volta tolto il sostegno monetario della Fed, non ha menzionato per nulla il tema che più fa male a Hillary con gli elettori arrabbiati per motivi economici: le sue amicizie nel mondo della finanza, e i centinaia di milioni di dollari guadagnati da lei e da suo marito con i discorsi alle grandi banche e corporation, a partire dai famosi 675 mila dollari presi dalla Goldman Sachs.

Donald Trump ha sollevato dei temi molto importanti in questa campagna elettorale. E’ evidente però che lui stesso non ne capisce l’importanza, almeno non in modo compiuto. Dalla necessità di ricalibrare la politica economica sulle attività produttive, al bisogno di una nuova strategia in politica estera che eviti i disastri creati dalla strategia di “cambiamento di regime”, l’America ha bisogno di rivedere alcuni aspetti fondamentali della propria traiettoria.

Come candidato outsider Trump ha posto i problemi, raggiungendo livelli di sostegno sorprendenti tra gli elettori, ma salvo sorprese nelle prossime settimane, toccherà ad altri – più capaci – portare avanti la richiesta di cambiamento.

– Newsletter Transatlantico N. 65-2016

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