La riforma “supply-side” in Cina

March 16, 2016

Economia, Notizie

(free) – di Andrew Spannaus –

Il rallentamento dell’economia cinese sta avendo effetti importanti sui mercati mondiali sia delle merci e dei beni fisici, sia finanziari. Mentre qualcuno crede che nel gigante asiatico ci sarà un processo caotico di crisi economica e sociale, il governo cinese si sta muovendo in modo cosciente verso una rimodulazione del proprio modello, concentrandosi su quella che viene definita la riforma sul lato dell’offerta (supply-side).

Il concetto di base è che l’economia cinese ha molte aree di inefficienza, e per soddisfare la domanda in modo efficace occorre migliorare il clima per le imprese, agendo su fattori come la sovra-capacità e i rischi finanziari legati al debito. Dunque invece di stimolare l’investimento attraverso le misure monetarie e fiscali si punterà ad aiutare le industrie ad operare meglio per attenuare i rischi di crisi future.

Nel settore industriale significa tagliare alcune produzioni in eccesso, aumentare la redditività delle aziende parastatali, ed accelerare il processo di fusioni e ristrutturazioni. Ci saranno elementi che assomigliano alla deregulation nel mondo occidentale, con l’abbassamento dei costi e delle tasse per le imprese; non si vedrà però un processo ampio di privatizzazioni, ma piuttosto l’incoraggiamento selettivo dell’investimento privato.

Per l’importante settore agricolo si cercherà di ridurre degli squilibri abbassando le scorte e migliorando qualità e competitività. Significa anche migliorare le infrastrutture e i servizi nelle zone rurali.

Infine il governo intende aggredire i problemi sociali provocati dai grandi cambiamenti degli ultimi decenni: fornendo maggiore assistenza ai cittadini poveri e migliorando la gestione urbanistica delle città.

– Newsletter Transatlantico N. 19-2016

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