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La mossa di Washington nel Mar cinese meridionale

October 30, 2015

Strategia

– di Paolo Balmas –

Lo scorso 27 ottobre 2015, la marina militare degli Stati Uniti ha inviato in perlustrazione una nave, la USS Lassen, oltre il limite delle dodici miglia dalla costa, nelle acque territoriali di due piccole isole dell’arcipelago delle Spratly. I due atolli, Subi e Mischief, talmente sottili che in parte venivano ricoperti dall’alta marea, sono stati trasformati in isole artificiali da Pechino, che tenta di ampliare la propria influenza nella regione. La zona è rivendicata, oltre che dalla Cina, dal Vietnam e dalle Filippine.

Anche se negli ultimi mesi l’attenzione sull’area è aumentata, sono anni che si parla delle dispute per le isole del Mar cinese e si assiste ai contrasti fra i vari paesi che vi si affacciano. Si ricordano le tensioni recenti fra Cina e Giappone, fra Cina e Vietnam; ora fra Cina e Stati Uniti.

Malgrado la rivalità sul controllo del mare in questione coinvolga molti stati dell’Asia-Pacifico, sullo sfondo incombe il progressivo ampliamento delle capacità militari marittime cinesi. Il naturale contrasto che si crea fra Washington e Pechino diventa una causa di preoccupazione per tutti gli altri protagonisti che non hanno le forze sufficienti a intraprendere una politica indipendente sulla risoluzione delle dispute.

Gli Stati Uniti controllano di fatto le rotte marittime in ingresso e in uscita dalla regione dal 1945. La Cina, invece, ha sviluppato solo negli ultimi anni la propria presenza sui mari, grazie agli investimenti possibili in seguito alla sua straordinaria crescita economica.

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