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Crescono le pressioni per la pubblicazione delle 28 pagine

February 9, 2015

Notizie, Strategia

(free)

– di Andrew Spannaus –

Dopo gli attentati di Parigi a gennaio abbiamo scritto di un aspetto importante della manipolazione del terrorismo, quello dell’infiltrazione e dei finanziamenti da parte dei paesi occidentali e dei loro alleati, principalmente la Gran Bretagna e l’Arabia Saudita. Il secondo paese in particolare attira attenzioni crescenti negli Stati Uniti, in quanto sono emersi dei legami con gli attentatori dell’11 settembre 2001, informazioni che però rimangono nell’ombra in quanto è stato secretata una parte del rapporto delle Commissioni di Intelligence del Congresso Usa in merito.

Ora la campagna per il rilascio delle 28 pagine classificate comincia ad allargarsi, trovando spazio sui media americani e internazionali. Ci è voluto un po’ di tempo, ma possiamo dire meglio tardi che mai.

Questa settimana Zacarias Moussaoui, membro di Al Qaeda condannato dalla giustizia Usa per aver partecipato al coordinamento degli attentati proprio dell’9-11, avrebbe fatto una dichiarazione ufficiale per il Tribunale in cui afferma di aver avuto contatti di alto livello con funzionari del governo saudita nel periodo precedente l’11 settembre. Vengono riportati pochi dettagli, ma intanto vari giornali hanno preso l’occasione di presentare degli aspetti che i nostri lettori conoscono già, citando per esempio i congressisti che guidano la campagna per il rilascio delle 28 pagine come Stephen Lynch (democratico del Massachusetts) e Bob Graham (democratico della Florida, ex capo della Commissione di Intelligence del Senato).

Come detto da Graham durante la conferenza stampa a Washington il 7 gennaio di quest’anno, le 28 pagine del rapporto “riguardano principalmente chi ha finanziato il 9-11, e puntano il dito in modo molto forte all’Arabia Saudita come il finanziatore principale“.

Il New York Times intervista vari familiari delle vittime, oltre a Philip Zelikow, capo di una commissione indipendente nominata dal Congresso, forse anticipando la linea di difesa della controparte. Zelikow afferma: “Non ci sono prove che il governo saudita come istituzione o ufficiali senior sauditi come individui hanno finanziato l’organizzazione“. Tuttavia parla della “probabilità che dei gruppi caritatevoli con appoggi governativi significativi hanno indirizzato risorse finanziarie ad Al Qaeda“.

Messa così fa pensare a cosa potrebbero dire i sauditi in merito, che tra l’altro si dichiarano favorevoli alla richiesta della desecretazione. Si può ipotizzare una risposta di questo genere: ‘può darsi che alcuni gruppi indipendenti abbiano assistito in modo marginale i terroristi, ma non fa certamente parte della politica del governo, che anzi negli ultimi anni ha annunciato misure per fermare chi assiste i terroristi”.

I sauditi hanno comunque risposto alle accuse definendo Moussaoui “un criminale squilibrato” senza alcuna credibilità. Un articolo di The Guardian va nella stessa direzione, puntando a smontare le affermazioni di Moussaoui con un’analisi delle potenziali contraddizioni. Solo nelle ultime due frasi fa riferimento alle 28 pagine e cita il Sen. Graham.

In conclusione, l’attenzione si sposta a colui che potrebbe decidere di rilasciare le 28 pagine, il presidente Barack Obama. Stando ad un familiare delle vittime del 9-11 – un tale Bill Doyle intervistato dal Nyt – Obama avrebbe detto nel 2011: “Bill, Sono al corrente delle pagine; prometto che le farò rilasciare“. La Casa Bianca ha aggiunto che ha incaricato la comunità di intelligence di condurre un riesame della classificazione del documento, in base alle procedure standard, per “determinare se le informazioni classificate possono essere rilasciate al pubblico senza mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Il processo è in atto“.

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