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“Boots on the ground” in Siria?

November 3, 2015

Notizie, Strategia

di Andrew Spannaus –

L’Amministrazione Obama ha annunciato l’invio in Siria di 50 truppe delle forze speciali per consigliare e assistere le forze d’opposizione nella battaglia contro lo Stato islamico. La decisione avviene in risposta alle pressioni interne per aumentare il coinvolgimento americano in Siria, esercitate da anni dalle fazioni più interventiste, e aumentate nel periodo recente a causa delle mosse del Presidente russo Vladimir Putin.

Negli ultimi due anni Obama ha evitato di farsi trascinare direttamente in un’altra guerra in Medio Oriente, seppur sostenendo di fatto le azioni di alleati come l’Arabia Saudita e la Turchia. Dunque l’annuncio ufficiale dell’utilizzo di truppe di terra (boots on the ground = “stivali sul terreno”) potrebbe rappresentare l’inizio di un coinvolgimento maggiore; negli Stati Uniti qualcuno ricorda che la stessa guerra in Vietnam iniziò con l’utilizzo di “consiglieri” militari e d’intelligence.

Tuttavia i sostenitori di un intervento più forte non sono convinti che Obama abbia davvero cambiato strada. Infatti l’annuncio sembra più la continuazione della modalità scelta dal Presidente negli ultimi due anni: dimostrare che si sta facendo qualcosa per rispondere alle critiche e alle pressioni, mentre si cerca di fare progressi diplomatici dietro le quinte.

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