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Cambio della guardia alla Commissione Finanze del Senato Usa

February 26, 2014

Notizie

(Transatlantico) Il presidente della Commissione Finanze del Senato Usa Max Baucus è stato confermato come nuovo ambasciatore statunitense in Cina. Il democratico Baucus lascia il Senato dopo 36 anni di servizio, e negli ultimi anni si è distinto soprattutto per l’opposizione alle misure forti per riformare il sistema finanziario. Baucus ha preso tanti contributi da Wall Street e in cambio ha utilizzato la sua posizione per proteggere i loro interessi, dietro il velo della necessità di evitare di diventare populista e di trovare soluzioni “equilibrate” ai problemi. Lo stesso metodo è stato applicato durante le discussioni sulla riforma sanitaria, dove il presidente Obama ha lasciato a Baucus ampio spazio di manovra; il Senatore ha pensato bene di annunciare subito l’impossibilità di varare un sistema di assicurazione pubblica, relegando il processo legislativo ad una trattativa finanziaria con le grandi società assicurative.

Il nuovo presidente della Commissione sarà il Senatore Ron Wyden dell’Oregon, che addotta un approccio decisamente più antagonista verso la grande finanza. Durante la crisi del 2008-2009 Wyden chiese misure contro i superbonus per i banchieri ed un deciso intervento pubblico. Da tempo propone anche di istituire delle banche regionali per il finanziamento delle infrastrutture.

Il cambio della guardia è significativo perché continua la crescita nel Congresso Usa di una fazione che fa pressioni a favore di misure che aiutano i cittadini e l’economia ordinaria a prescindere dalla reazione di Wall Street. Questo raggruppamento, che sostiene la proposta di legge della Sen. Elizabeth Warren per il ripristino della separazione bancaria, sta facendo cambiare  i calcoli politici all’Amministrazione Obama, che vuole evitare critiche pubbliche da parte del proprio partito. Ci sono già alcuni effetti visibili di queste pressioni: 1. la decisione di aumentare il salario minimo dei lavoratori negli appalti federali; 2. l’abbandono della proposta di ridurre gli adeguamenti delle pensioni (Social Security) nel tentativo di raggiungere un accordo con i fautori dell’austerità.

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