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Wallstreet

Hillary parla alle banche

October 16, 2016

Notizie, Politica

(free) – di Andrew Spannaus –

Sono trapelati stralci di alcuni dei discorsi fatti da Hillary Clinton a porte chiuse al mondo della finanza. Nonostante le accuse polemiche di Bernie Sanders durante le primarie democratiche, l’ex First Lady si è rifiutata di pubblicare il testo dei suoi interventi ad istituti come la Goldman Sachs, che le aveva pagato 675 mila dollari per tre discorsi nel 2013, avendo valutato che gli effetti della pubblicazione sarebbero stati molto dannosi per lei.

Ora Wikileaks ha scovato dei messaggi e-mail mandati tra i membri dello staff di Clinton, il cui scopo era proprio di discutere come “ripulire” alcune posizioni della candidata per evitare difficoltà durante la campagna. I contenuti sono in effetti imbarazzanti, ma a questo punto non sembra che avranno un grosso effetto nella sfida elettorale con Donald Trump, considerando che i messaggi sono stati pubblicati negli stessi giorni delle rivelazioni del Washington Post sulle battute volgari del candidato repubblicano, che hanno dominato le notizie e provocato numerose condanne anche dai membri del suo partito.

Dagli stralci rivelati l’impressione generale che si ha di Hillary Clinton è proprio quella che lei voleva evitare: una politica che in pubblico prende posizioni contro Wall Street, ma che in privato è molto più accondiscendente verso il mondo della finanza.

Parlando alla Goldman Sachs il 24 ottobre 2013, per esempio, Clinton ha detto che si sarebbe potuto evitare di dare la colpa al sistema bancario statunitense per la grande crisi in quanto frutto di malintesi e di una eccessiva politicizzazione degli eventi. Ha continuato dicendo che le persone più adatte per sistemare i problemi di Wall Street sono proprio gli insider di Wall Street, “quelli che conoscono il settore meglio di chiunque altro”. Si tratta di una posizione a favore della cosiddetta “porta girevole” tra Wall Street e Washington, che tanto ha fatto infuriare la popolazione negli ultimi anni.

Su altri temi sostanziali Clinton ha espresso posizioni che stridono fortemente con l’immagine di democratica progressista che ha tentato di mantenere durante la campagna elettorale, per andare incontro alla rabbia della popolazione in merito alle difficoltà della classe media.

Parlando alla Morgan Stanley nell’aprile del 2013 Clinton ha lodato le proposte della Commissione Simpson-Bowles, organo nominato dal presidente Obama che propose limiti stringenti alla spesa pubblica fatti anche di tagli alla sanità e alle pensioni. (Il piano non fu mai adottato)

Da ultimo si noti la posizione della candidata democratica sui grandi accordi commerciali, uno dei temi più discussi durante la campagna elettorale. Incalzata da Sanders durante le primarie Clinton ha dichiarato che non appoggia il Trans-Pacific Partnership (Tpp); nel 2013 invece aveva detto: “Il mio sogno è un mercato comune in tutto l’emisfero, con commercio libero e confini aperti. Dobbiamo resistere al protezionismo e ad altri tipi di barriere all’accesso ai mercati”.

– Newsletter Transatlantico N. 69-2016

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