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La squadra di Clinton prepara la guerra ad Assad

August 6, 2016

Notizie, Politica, Strategia

(free) – di Andrew Spannaus –

Nelle ultime settimane alcuni dei consiglieri più importanti di Hillary Clinton hanno cominciato a parlare pubblicamente di una strategia che comprende attacchi militari al governo di Bashar al-Assad, in contrasto con la politica attuale dell’Amministrazione Obama.

Questa differenza di vedute, nota a chi segue attentamente la politica estera americana, diventa molto importante in questo momento, considerato il poco tempo rimasto del mandato di Obama, e la possibile vittoria di Clinton alle presidenziali di novembre. Una presa di posizione netta da parte dei consiglieri della candidata potrebbe influenzare la politica attuale, incoraggiando l’opposizione interna tra chi sa che il prossimo comandante in capo non proseguirà con la linea seguita da Obama e John Kerry negli ultimi mesi.

I casi più significativi sono le dichiarazioni di Leon Panetta, ex Segretario alla Difesa e Direttore della Cia, e Michelle Fluornoy, ex Sottosegretario alla Difesa considerata la favorita per presiedere al Pentagono in un’Amministrazione Clinton.

Durante un’intervista a luglio Panetta ha detto che il prossimo presidente dovrà aumentare le forze speciali in Siria e condurre dei raid aerei per assistere i ribelli “moderati” nella lotta non solo contro l’Isis, ma anche contro Assad. Con questa affermazione Panetta – che tra l’altro è stato contestato a suon di “No more war” durante il suo intervento alla recente Convention democratica di Philadelphia – rimarca la sua distanza dalla collaborazione Usa-Russia che mira a tracciare una linea netta per dividere le forze “terroriste” come l’Isis, al-Nusra e chi li fiancheggia, da chi è disposto ad accettare un accordo politico per pacificare il paese.

Fluornoy invece e la co-fondatrice e CEO del Center for a New American Security (CNAS), di cui abbiamo scritto in un’analisi recente (Il vademecum dei neocon – 14 giugno 2016). Si tratta di un think tank che caldeggia una politica decisamente più aggressiva di quella attuale.

Il rapporto del “Gruppo di Studio” del CNAS sulla Siria, diretto proprio da Fluornoy, ha chiesto la creazione di una zona di interdizione aerea, e il possibile Segretario della Difesa ha anche parlato della necessità di “attacchi militari limitati” contro il regime di Assad.

Naturalmente questi personaggi sono ben coscienti del peso delle loro parole, considerando la loro posizione rispetto a Hillary Clinton. Lo scopo delle uscite non è di far guadagnare sostegno a Clinton tra l’elettorato, in quanto la maggior parte della popolazione non è a favore di ulteriori interventi militari, in particolare in Medio Oriente. Infatti le campagne outsider che hanno riscosso così tanto successo, da Bernie Sanders a Donald Trump, hanno preso a bersaglio proprio la tendenza di Clinton ad assecondare la politica neoconservatrice. Rimane l’obiettivo di influenzare la politica della Casa Bianca ora, anche prima dell’insediamento del nuovo presidente a gennaio.

Dal 2013 Barack Obama ha cambiato direzione sulla Siria, e al momento cerca di rafforzare il cessate il fuoco con una campagna di attacchi al Fronte al-Nusra coordinati con la Russia. Con queste dichiarazioni la cerchia di Clinton sembra voler dire all’opposizione all’interno dell’Amministrazione, e anche ad alleati come l’Arabia Saudita, di tenere duro ancora qualche mese, perché con Clinton alla Casa Bianca cambierà la musica in merito alla Siria.

– Newsletter Transatlantico N. -2016

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