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Ambiguità nella dottrina nucleare delle grandi potenze

April 24, 2015

Strategia

(free) – di Andrew Spannaus –

La crisi nelle relazioni tra la Russia e l’Occidente mette in rilievo le contraddizioni nella strategia militare delle grandi potenze, in modo particolare per quanto riguarda la dottrina nucleare. Dopo la fine dell’Unione Sovietica furono raggiunti nuovi accordi di cooperazione tra la Russia e la Nato, e sui livelli di armi e il loro dispiegamento. Negli ultimi anni però le tensioni intorno a questi temi stanno crescendo, ovviamente in modo particolare in seguito agli eventi in Ucraina.

In un nuovo articolo pubblicato da Hans Kristensen del Bulletin of Atomic Scientists, si fa notare che mentre la dottrina nucleare russa si basa su una posizione interamente difensiva, negli scorsi mesi si sono registrate diverse dichiarazioni che possono essere interpretate come minacce nucleari.

Alla fine dell’anno scorso fu pubblicato il documento sulla dottrina militare, che dichiarava che la Russia non userà armi nucleari se non in risposta ad un attacco con armi nucleari o altre armi di distruzione di massa, o in risposta ad un attacco convenzionale che minaccia l’esistenza del paese.

“Data questa strategia difensiva e restrittiva, perché sentiamo ufficiali russi che lanciano minacce nucleari nel contesto di vari scenari che non comprendono attacchi con armi di distruzione di massa contro la Russia o che minacciano l’esistenza del paese?” scrive l’autore. Il riferimento è alle minacce recenti di prendere di mira le navi danesi se la Danimarca dovesse partecipare al sistema di difesa antimissile della Nato, per esempio.

Secondo Kristinsen la dissonanza tra la dottrina ufficiale e le ultime minacce indica che la Russia non crede nella capacità delle proprie forze convenzionali di difendere il paese anche in caso di un attacco convenzionale.

C’è da dire che la linea di demarcazione tra le forze nucleari e quelle convenzionali si è offuscata negli ultimi anni anche nella dottrina americana. E’ di due giorni fa l’annuncio che i bombardieri B-1 dell’Aviazione saranno trasferiti dal Air Combat Command all’Air Force Global Strike Command. Significa che i bombardieri convenzionali e nucleari saranno sotto lo stesso comando, con l’obiettivo di snellire le missioni globali sia offensive che di deterrenza.

E’ un cambiamento coerente con la strategia del Prompt Global Strike (PGS), che mira a garantire la capacità di risposta rapida (entro un’ora) con armi convenzionali in tutto il mondo. Sono escluse le armi nucleari, ma il fatto di aumentare l’efficacia di un attacco convenzionale provoca timori dalla parte russa sulla possibilità di mantenere il proprio deterrente. Il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che nel contesto del PGS gli Stati Uniti stanno sviluppando armi ipersoniche, “che pur non essendo nucleari, sono di natura strategica”.

Il rischio di errori che potrebbero portare ad un conflitto nucleare ha indotto l’ex Vicecapo di Stato Maggiore Usa James Cartwright e il Generale russo in congedo Vladimir Dvorkin a scrivere insieme un commento sul New York Times il 19 aprile, in cui propongono che i due paesi eliminino il concetto di launch-on-warning, cioè di lanciare i missili sulla base di un allarme che fa temere un attacco in arrivo, ancora non confermato.

Citano le tensioni strategiche tra i due paesi e notano che con i sistemi attuali i tempi sono strettissimi per decidere in base ad un allarme, aumentando la possibilità di un gravissimo errore. “Questo rischio dovrebbe spingere i presidenti della Russia e degli Stati Uniti di decidere insieme ad eliminare il concetto di launch-on-warning dalle proprie strategie nucleari – scrivono i due militari – I nostri leader devono parlarsi e accordarsi per rimuovere questo protocollo obsoleto prima che avvenga un errore devastante“.

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  1. Chi ha ispirato la dottrina nucleare di Trump e perché - Formiche.net - February 5, 2018

    […] È una questione che non si limita al NPR, se ne parla già nell’ambito del Prompt Global Strike, la dottrina americana che mira a garantire la capacità di risposta rapida (entro un’ora) con armi convenzionali in tutto il mondo. Gli obiettivi del PGS hanno portato per esempio alla decisione di mettere i bombardieri nucleari e convenzionali sotto lo stesso comando negli Stati Uniti, offuscando il confine tra i due ambiti. […]

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