Haley

La schiavitù e i “diritti degli stati”

January 10, 2024

Notizie, Politica

Durante un comizio locale nel New Hampshire lo scorso 27 dicembre, alla candidata repubblicana Nikki Haley è stato chiesto il motivo della guerra civile negli Stati Uniti a metà del 1800. Haley sembrava sorpresa – e più tardi avrebbe accusato il cittadino di essere un infiltrato democratico – e ha ripetuto una sua risposta standard di tanti anni fa, parlando di “come funziona il governo” e delle “libertà e ciò che le persone potevano e non potevano fare”.

Chi ha fatto la domanda si è poi dichiarato stupito del fatto che non avesse citato la schiavitù. Haley, di solito abbastanza abile e sciolta nel linguaggio, ha accusato delle difficoltà, e non è riuscita ad andare oltre la sua risposta iniziale. Anche nei giorni successivi, quando ha ammesso che “certamente” la questione della schiavitù era centrale, è tornata a parlare della libertà come il punto cruciale da considerare oggi quando si parla del conflitto.

Sicuramente la libertà degli esseri umani è l’aspetto fondamentale, ma il problema è che nella sua risposta Haley stava seguendo la vecchia (e ancora presente) concezione degli “states’ rights”, cioè il diritto dei singoli stati – non degli afroamericani – di decidere le proprie leggi senza interferenza da parte del governo federale; punto di scontro fondamentale nella storia americana, evocato proprio dagli stati sudisti quando volevano contrastare le norme nazionali che miravano chiaramente ad eliminare l’economia schiavistica.

Dunque con la sua apparente non-risposta, la candidata non ha semplicemente omesso di parlare della schiavitù, ma ha ripetuto ancora oggi l’argomentazione tipica di chi difende addirittura il diritto degli stati di mantenere il sistema degli schiavi! Nonostante le polemiche, quasi nessuno ha identificato questo punto, ancora più grave di una semplice dimenticanza oppure di una propensione di evitare di parlare del tema difficile del razzismo per motivi di convenienza politica.

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