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Pompeo Netanyahu

Mike Pompeo e i sionisti cristiani

February 3, 2020

Cultura, Notizie, Politica

– di Andrew Spannaus

– (free) –

Nelle numerose analisi sull’opportunità e l’efficacia della decisione presa dal presidente americano Donald Trump di uccidere il generale iraniano Qasem Soleimani ai primi di gennaio, si parla poco delle motivazioni ideologiche della fazione anti-Iran negli Stati Uniti. E’ ben noto che il Segretario di Stato Mike Pompeo ha ormai un ruolo dominante nella politica estera – e a volte anche militare – dell’attuale amministrazione Usa, ma pochi sanno che Pompeo sottoscrive delle posizioni in merito all’Iran che possono solo essere definite “messianiche”.

Quando nel settembre dell’anno scorso John Bolton è stato licenziato dalla carica di consigliere per la sicurezza nazionale, molti hanno tirato un sospiro di sollievo visto che il consigliere più aggressivo del presidente non era riuscito a trascinare il suo capo verso le sue posizioni di fatto neoconservatrici (anche se Bolton stesso non gradisce tale etichetta). E i resoconti sulla stampa americana presentavano Pompeo come il rivale principale di Bolton, che avrebbe vinto la partita per essere il consigliere principale di Trump.

Mentre alcuni hanno fatto l’errore di pensare che la capacità di Pompeo di ingraziarsi il presidente indicasse delle posizioni più pragmatiche, vicine agli istinti anti-interventisti di Trump, nell’analisi di Transatlantico del 18.9.2019, abbiamo scritto che nella sostanza questa narrazione era “fuorviante, perché ancora una volta prevale una visione basata sullo stile, sul modo di operare, piuttosto che sui contenuti”. Abbiamo poi sottolineato l’atteggiamento aggressivo di Pompeo verso l’Iran, e il suo scetticismo in merito alle iniziative diplomatiche di Trump in generale.

Sull’Iran Mike Pompeo ha una posizione particolare, che lo differenzia anche dal mondo tradizionale repubblicano negli Stati Uniti. Appoggia da tempo l’associazione CUFI (Christians United For Israel), gruppo fondato dal predicatore evangelico televisivo John Hagee nel 2006 che espone le idee del “Sionismo cristiano”. Credono che gli ebrei siano il popolo eletto da dio, e che torneranno alla loro patria come predetto nel Libro della Rivelazione (ovvero l’Apocalisse di Giovanni, l’ultimo libro del Nuovo Testamento). Questo ritorno porterà ad una battaglia epica tra il bene e il male, l’Armageddon, e successivamente Gesù tornerà per regnare per mille anni.

Nel marzo dell’anno scorso, nel corso di un’intervista con il Christian Broadcasting Network durante un’importante visita in Israele, a Pompeo è stato chiesto se è possibile che Donald Trump sia stato mandato da Dio per salvare Israele dall’Iran. L’intervistatore ha fatto riferimento alla storia della Regina Esther, che ha salvato gli ebrei dai persiani. La risposta di Pompeo è stata: “Come cristiano, credo certamente che sia possibile”. Ha poi parlato della storia di migliaia di anni, e del lavoro dell’amministrazione Trump per difendere lo stato ebraico. “Sono sicuro che il Signore sia all’opera qui”.

Non è l’unica volta che Pompeo ha espresso questo concetto. L’8 luglio 2019 Pompeo ha tenuto un discorso all’associazione CUFI, in cui ha raccontato lui stesso la storia di Esther, per poi dire che oggi ci sono minacce simili agli ebrei, concludendo così: “Grazie a Dio che abbiamo il Presidente Trump, un amico irremovibile di Israele”.

Va detto che nel passato repubblicani importanti come John McCain – seppur un grande fautore della guerra con l’Iran – hanno evitato il CUFI. Oggi l’associazione conta tra i propri amici non solo Pompeo, ma anche diversi altri consiglieri di Trump, compreso il vicepresidente Mike Pence, che ha parlato al gruppo nel 2017.

L’assassinio di Soleimani è stato un successo tattico per Trump, come abbiamo scritto due settimane fa. Ha messo a segno un colpo forte a cui l’Iran non può rispondere direttamente. Tuttavia, ancora prima di considerare questioni importantissime come la giustificazione legale e la strategia politica, occorre chiedersi quali siano gli obiettivi delle persone che più hanno spinto il presidente a scegliere la risposta “sproporzionata” nei confronti della Repubblica islamica. Sembra che per alcune di esse – tra le figure più importanti alla Casa Bianca in questo momento – la seconda venuta di Cristo, determinata dall’Armageddon, svolga un ruolo significativo.

– Newsletter Transatlantico N. 3-2020

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